Tra le macchine che utilizzano la tecnologia FDM/FFF esiste un’altra distinzione importante e dipende dal sistema di movimento dell’estrusore.
Le macchine più classiche, con l’estrusore che si muove sui due assi orizzontali (X,Y) e in altezza (asse Z), si chiamano “cartesiane”.
Una possibile evoluzione del sistema cartesiano è quello rotatorio, introdotto da una piccola società chiamata Blacksmith attraverso una campagna Kickstarter, in cui il piano di stampa ruota come un giradischi, permettendo alla testina fissa di estrudere il filamento per creare gli oggetti.
Grazie alla piattaforma rotante, questo sistema si presta in particolar modo a sdoppiarsi come scanner 3D.
Una versione alternativa della stampa FFF sono le stampanti 3D di tipo “Delta”, quelle che, cioè, utilizzano un “Robot Delta” invertito.
Inventato nei primi Anni ’80 da un team di ricerca del Polytechnique Fédérale de Lausanne (EPFL), il robot Delta, uno dei più usati nel mondo della manifattura industriale, è formato da tre braccia collegate a un unico punto che, nel caso delle stampanti 3D, è l’estrusore. All’interno di una stampante 3D a “torre”, il movimento delle tre braccia, ognuna mossa da un motore, permette all’estrusore di spostarsi in qualsiasi punto dello spazio tridimensionale all’interno dell’area di stampa.
Oltre a poter garantire prestazioni generalmente superiori alle stampanti cartesiane, le FDM Delta rappresentano una delle applicazioni meno costose dei robot Delta, e possono quindi fornire una ottima piattaforma di studio e apprendimento dei sistemi robotici manifatturieri.
Alcune caratteristiche della stampanti 3D Delta le rendono perfette per illustrare il concetto di scalabilità infinita delle stampanti 3D FDM.
La società italiana WASP ne ha creata una alta sei metri metri per stampare in 3D – usando un’apposita argilla – versioni in scala ridotta di possibili unità abitative ecosostenibili.
Una visione della manifattura additiva del futuro, utilizzabile per creare oggetti complessi, multimateriale e di grandi dimensioni, è l’utilizzo sincronizzato di molteplici robot Delta con altrettanti estrusori, all’interno di un sistema composto da un numero sempre crescente di assi.
Le stampanti delta hanno avuto sempre un mercato di nicchia, ma ultimamente sono tornate in auge grazie a FLSUN, che con la V400 ha introdotto il concetto di high speed per le stampanti Delta, ed ora e’ uscita con nuovi modelli a camera chiusa.
Le core esistono di vari tipi, hanno la peculiarità che sfruttano un movimento sincronizzato degli assi che possono essere XY o XZ (piu’ raro). Un ottimo esempio di stampate Core XY molto in voga tra i maker e’ la Voron 2.4, progetto abbastanza costoso (intorno ai 1500 euro) ma che se realizzato bene da grandi soddisfazioni, invece sempre progetto Voron ma core XZ e’ la switchwire.
Un buon articolo per le varie tipologie di stampanti le trovate sul sito Prusa al seguente link.